Incipit
Il film del regista cinese Wang Bing è un documentario che registra senza troppi estetismi la sconvolgente realtà all'interno di un manicomio cinese.
Considerato il suo capolavoro, FENG AI ha il potere di far addentrare il pubblico nel buio dei corridori e delle stanze del manicomio, dove sono presenti le misere vite di alcune persone che vivono la loro quotidianità da reclusi.
Il manicomio in questione si trova nella provincia dello Yunnan, nella Cina meridionale, qui i suoi inquilini sono stati rinchiusi a causa di malattie mentali o costretti delle famiglie a trovare lì asilo politico.
La cosa sorprendente nei film di Wang Bing è come egli riesca ad entrare in completo contatto con la realtà che sta filmando, portando l'occhio della macchina da presa in posti desolati che meritano di essere conosciuti per riflettere sulla condizione di alcune vite umane.
Durante le quasi otto ore di film, infatti, il regista riesce a metterci in contatto con le paure, le preoccupazioni e i pensieri di questi uomini, considerati come uno scarto dalla società e quindi rinchiusi ed emarginati.
Definire FENG AI un semplice documentario è riduttivo, Bing riesce con la sua videocamera a mostrare l'amore all'interno del manicomio mostrando uomini che dividono lo stesso letto in cerca di calore umano per non scivolare completamente verso la pazzia, riesce a parlare di politica, di divisioni e di famiglie frantumate.
È così che Wang Bing, per l'ennesima volta, porta sullo schermo il suo atto di accusa contro il governo di Pechino e contro ciò che ancora oggi si vive in Cina.